Incontro "L'educazione cosmica", 23 gennaio 2018


“Ciò che il bambino apprende deve essere interessante, deve affascinarlo: bisogna offrirgli cose grandiose: per cominciare, offriamogli il Mondo”, Maria Montessori


Una trentina di persone si sono trovate martedì 23 gennaio per ascoltare l'intervento delle maestre Patrizia Lattuada e Margherita Vitali che hanno animato il terzo incontro del ciclo di formazione dedicato al metodo Montessori dal titolo "Il Metodo Montessori: l'educazione cosmica". Patrizia e Margherita lavorano da tre anni nella scuola primaria di Fratte Rosa, la prima ad aver aperto al metodo della provincia di Pesaro e Urbino. Il percorso è iniziato cinque anni fa con l'avvio della Casa dei Bambini. Quest'anno la primaria consta di due classi, una pluriclasse prima e seconda e una terza. Diverse gli aspettative degli intervenuti, soprattutto genitori desiderosi di saperne di più sul metodo e maestre interessate a conoscere l'esperienza delle loro colleghe per trarne nuovi spunti.

Prima di parlare di educazione cosmica le maestre hanno chiarito alcuni concetti fondamentali alla base del metodo Montessori quali l'importanza dell'ambiente, la concezione del bambino e il ruolo della maestra.
Come è noto, uno degli aspetti più importanti del Metodo è l’ambiente. Chi visita una scuola Montessori si rende subito conto della differenza rispetto ad una scuola tradizionale. L’ambiente deve essere preparato, curato, più simile possibile alla casa. Maria Montessori è stata la prima a pensare agli arredi a misura di bambino. In precedenza erano i bambini a dover adattarsi all’adulto, proprio perché l'infanzia era scarsamente considerata. Ogni bambino può scegliere di lavorare con materiali diversi raggiungendo gli stessi obiettivi in tempi diversi.
Mentre nella Casa dei bambini lo sviluppo dei piccoli da 3 ai 6 anni è più legato al movimento, dai 6 ai 12 anni il bambino attraversa periodo in cui sviluppa una grande fame di conoscenza. Inoltre manifesta il bisogno di moralità, di acquisire la capacità di discriminare fra bene e male e fare proprio questo concetto. L’insegnante non si deve stancare di proporgli materiali pensati per il suo percorso. Anche il bisogno di stare con i suoi compagni diventa più forte, affinché il gruppo diventi coeso ed emerga naturalmente un leader. Ecco perché nelle sezioni Montessori c’è una divisione degli incarichi settimanale che porta i bambini a collaborare costantemente. L’impulso alla vita va assolutamente rispettato. Il bambino è come un giardino in cui noi dobbiamo seminare il più possibile perché vi si depositino incoscientemente delle tracce, che la Montessori chiamava "engrammi".

"Poiché le cognizioni possono essere impartite nel modo migliore quando esiste un desiderio ardente di imparare, questo è proprio il periodo nel quale possono essere gettati i semi di ogni cosa, perché la mente del bambino è come un campo fertile, pronta a ricevere quello che germinerà in forma di cultura" (MM, Come educare il potenziale umano)


Nelle scuole Montessori l’obiettivo è quello di guardare lo sviluppo totale del bambino e non solo le singole discipline, quindi viene data meno importanza alla verifica e alla valutazione. Lo svolgimento di attività pratiche serve al bambino per prendere fiducia in se stesso e per imparare ad organizzare il suo ambiente. La scelta è comunque sempre guidata dall’adulto.
La maestra ha un ruolo fondamentale. A lei spetta il compito di aggiornare l’ambiente settimanalmente. Il ruolo che svolge è quello di un regista che sta apparentemente nelle retrovie della classe. Deve sapere osservare pazientemente e non intervenire. L’insegnante custodisce la sacralità del lavoro. La maestra attende che il bambino ripeta il suo esercizio fino ad arrivare alla perfezione dell’atto, finché trova un suo equilibrio, quella che la Montessori chiamava "normalizzazione".
Nelle scuole Montessori, dunque, l'ambiente è strutturato e curato, il materiale è scientificamente preparato, l'insegnante regista, la valutazione è esclusivamente rivolta allo sviluppo bio-psico-sociale del bambino, premi e castighi vengono banditi. A Fratte Rosa Patrizia e Margherita hanno scelto di non dare voti ai bambini e di consegnare la pagella ministeriale solo ai genitori, a patto che non la facciano vedere ai bambini. Questi ultimi ricevono una lettera con su riportati i loro punti di forza, il contributo che hanno dato alla vita di classe e gli ambiti su cui devono maggiormente lavorare. Pertanto è fondamentale che il metodo venga compreso e condiviso anche dalle famiglie dei bambini che scelgono questo percorso.

L'educazione cosmica costituisce l'aspetto più originale della pedagogia montessoriana. Benché abbracci una pluralità di discipline, quali le scienze, la storia, le geografia, la matematica, l'educazione tecnica solo per citarne alcune, è riduttivo e inesatto parlare di educazione cosmica come di una materia scolastica. Si tratta piuttosto di una visione che la Montessori sviluppò nel periodo trascorso in esilio in India, in cui il mondo era lacerato dal secondo conflitto mondiale. Nel subcontinente visitò delle scuole in cui bambini di diverse nazionalità vivevano insieme. Si rese ben presto conto che , ad di là delle specifiche culture, il bambino è uguale in ogni parte del mondo e iniziò ad elaborare e sperimentare un grande progetto con l'obiettivo di proporre al bambino il Mondo e l’Universo intero con tutte le loro interdipendenze e connessioni. Questo grande progetto viene illustrato nel volume "Come educare il potenziale umano".
Se vogliamo cercare di definirla con alcuni concetti chiave possiamo dire che l'educazione cosmica è
1) Una visione unitaria e finalistica del mondo. Secondo Maria Montessori ogni essere umano è al mondo per un motivo ben preciso e raccontare le scoperte degli antenati in tutti gli ambiti della cultura serve ai bambini e a tutta l'umanità per sentirsi parte di una comunità.
2) Esplorazione: in classe si fanno degli esperimenti pratici che vanno a colpire l’immaginazione del bambino per catturare il suo interesse.
3) Conoscenza dell’universo sia sul piano orizzontale (cioè ecologico in armonia col tutto) che verticale (come evoluzione per gradi dell’umanità) fin dalla prima classe della scuola primaria.
4) Scoperta dei tipi di relazioni di dipendenza e interdipendenza tra le forze che agiscono nel cosmo e all’interno di ciascuna forza.
5) Consapevolezza del compito cosmico che ogni elemento, sia vivente che non vivente, riveste nel mondo.
6) Sperimentazione creativa di un modello di vita nuovo, di una straordinaria attualità, che mostra al bambino l’interdipendenza di tutte le forme di vita.

L’educazione cosmica è la risposta alla sete di conoscenza dei bambini da 6 ai 12 anni che scoprono il loro ruolo di agenti cosmici e co-creatori. Risponde al naturale sviluppo del bambino di 6-12 anni, alla sua fame di conoscenza, al suo bisogno di esplorare la moralità, al desiderio di agire insieme, alla tendenza verso l’immaginazione.
L'educazione cosmica si basa su cinque Grandi lezioni o Favole cosmiche. La prima lezione riguarda la nascita dell'universo e della terra. Inizialmente viene proposta ai bambini come un racconto, poi, in un secondo momento il racconto viene rinarrato e accompagnato da degli esperimenti, ricerche e attività manuali che toccano vari argomenti in diverse discipline.
L'educazione cosmica è anche educazione alla pace e alla mondialità. La Montessori maturò infatti la sua visione nel periodo fra le due guerre mondiali.
In classe i bambini hanno a disposizione delle lunghe strisce del tempo che rappresentano visivamente l'interconnessione fra gli esseri del piano cosmico. Le strisce vengono solitamente posizionate per terra e a seconda del loro interesse i bambini possono indagare in maniera più dettagliata un aspetto di quanto è stato proposto. La visione della Montessori è sempre orientata dal generale al particolare. All’interno della classe ci sono dei libri a disposizione a cui possono liberamente accedere e ricerca ciò che gli interessa. Dalla classe terza i bambini possono tenere delle "conferenze" su argomenti a loro scelta e possono invitare sia i compagno che i bambini di altre classi. Le classi a metodo Montessori infatti sono classi aperte.
Grazie a Patrizia e Margherita per avere contribuito a farci conoscere questo aspetto così affascinante del pensiero montessoriano ed averci raccontato e mostrato le immagini del loro grande lavoro quotidiano che anno dopo anno sta portando i frutti sperati.


Edgar Morin, nel suo libro “Una testa ben fatta”, racconta che durante un banchetto al castello Beychevelle un autorevole enologo domandò a Michel Cassé che cosa vedesse un astronomo nel suo bicchiere di Bordeaux. Questi rispose: “Vedo la nascita dell’Universo perché vedo le particelle che vi si sono formate nei primi secondi. Vedo un Sole antecedente il nostro poiché i nostri atomi di carbonio si sono forgiati in seno a quell’astro che è esploso. Poi quel carbonio si è legato ad altri atomi in quella sorta di pattumiera cosmica, i cui detriti, aggregandosi, formeranno la Terra. Vedo la composizione delle macromolecole che si sono assemblate per far nascere la vita. Vedo le prime cellule viventi, lo sviluppo del mondo vegetale, l’addomesticazione della vite nei paesi mediterranei. Vedo i baccanali e i festini. Vedo la selezione dei vitigni, una cura millenaria attorno alle vigne. Vedo infine lo sviluppo della tecnica moderna che oggi permette di controllare con strumenti elettronici la temperatura della fermentazione nelle cantine. Vedo tutta la storia cosmica e umana in questo bicchiere di vino e, beninteso, anche la storia specifica del Bordolese”